Etica ed entusiasmo – Acer n.5/2021

La rivista Acer, il periodico di riferimento del mondo dell’arboricoltura e del giardinaggio, ha rivolto il suo sguardo su Gestire il Verde e quello che è emerso dal confronto tecnico è stata una piacevole disquisizione su molti argomenti che riguardano la gestione delle aree verdi e delle alberature, con particolare riguardo alle tematiche inerenti alla sostenibilità. L’articolo che ne è emerso contiene solo una breve sintesi dei temi trattati per evidenti ragioni di spazio, ma il senso e l’impegno da parte di entrambi per una corretta gestione del verde sono passati.
Propongo di seguito una versione dell’articolo più estesa, con alcune considerazioni che purtroppo sono rimaste escluse nella rivista.
Qui invece è possibile leggere la versione pubblicata su Acer n.5/2021 – Uomini e affari – Gestire il verde
“Federico Simone è da vent’anni alla guida dello studio professionale Gestire il Verde che si occupa a tutto tondo della gestione del verde ornamentale ed in particolare della cura degli alberi.
Una grande passione e la capacità nelle relazioni interpersonali sono alla base dell’attività di consulenza nel mondo del giardinaggio e, in particolare, dell’arboricoltura, con una sensibilità orientata alla sostenibilità ambientale ed anche all’aumento della biodiversità.
Come è nato lo studio? Federico Simone (F.S.): Ho iniziato la libera professione di Perito Agrario nel 2001. Per un breve periodo sono stato dipendente pubblico presso il Settore Parchi e Giardini del Comune di Milano e da lì ho iniziato a collaborare con numerose aziende di manutenzione del verde. Mi sono occupato per oltre dieci anni del verde pubblico della città di Milano ed oggi affianco giardinieri, amministratori pubblici e privati nella risoluzione di problemi che riguardano la corretta gestione del verde o l’adeguamento a specifiche normative; li seguo per quanto riguarda le attività di manutenzione ordinaria e straordinaria delle loro aree verdi, anche attraverso il controllo della sicurezza degli alberi.

Ho coltivato non solo l’aspetto professionale ma anche la capacità operativa nelle attività quotidiane e di relazione. Ho compreso come seguire le dinamiche che regolano i rapporti tra le diverse figure che intervengono in questo ambito e individuare i meccanismi per tenere insieme un gruppo di lavoro; ognuno può avere bisogno della conoscenza specifica degli altri.
Che servizi fornite? F.S.: Il nostro focus è relativo alla gestione delle alberature, un ambito di studio certamente stimolante che richiede, insieme all’esperienza, una forte dose di autocritica.

Il patrimonio arboreo di molte grandi città sta invecchiando simultaneamente, per le numerose interferenze cui è soggetto ma anche per le condizioni ambientali sfavorevoli che lo conducono a un declino talvolta precoce. Il nostro intervento è necessario per capire le criticità esistenti e cercare di risolverle, preservando il più possibile l’esistente. Sono anche un Consulente Tecnico del tribunale di Milano, e Consigliere del mio Ordine professionale; quindi, cerco di guardare sempre le cose in maniera oggettiva e imparziale. Infine, fornisco consulenze per partecipare alle gare di appalto.

Le aree di intervento? F.S.: Si spazia dalle valutazioni di stabilità degli alberi (VTA, tomografia sonica, pulling test ed endoterapia)
alla progettazione di spazi verdi: si tratta di attività talvolta collegate. Quando ci si imbatte in un albero con gravi criticità, che è quindi necessario togliere, occorre pensare alla sua sostituzione e non sempre il posto dove si trova è ottimale per metterne un’altra; il lavoro, quindi, diventa quello di ricerca della pianta giusta da mettere nel posto adeguato, perché possa avere una crescita equilibrata nel tempo. Molti regolamenti del verde, oggi, consentono comunque di fare la posa anche su suolo pubblico in accordo con il Comune. L’evoluzione negli ultimi anni ha permesso di riconoscere che il verde privato, in fondo, è comunque pubblico. I progetti di forestazione urbana sono la sfida del prossimo futuro in quanto potranno aumentare la sostenibilità dell’ambiente in cui viviamo e ricreare reti e collegamenti con il territorio circostante per consentire una maggiore biodiversità, ma occorre progettarle con ampio margine di tempo, poiché, ad esempio, le promesse di piantare milioni di alberi devono poi trovare concretezza in una filiera che non pare essere pronta per questa sfida.

Si promettono, e talvolta si piantano, quantità alberi che non si è poi in grado di gestire, e li si vede seccare nei prati in estate. Ho scritto in un post “piantiamo meno, piantiamo meglio” poiché in molti casi sarebbe meglio piantare meno alberi, ma scegliere quelli più adatti per ciascun luogo, e destinare risorse economiche per farli sopravvivere.
Altre strategie a tutela della biodiversità? F.S.: Si è fatto molto negli ultimi anni, ad esempio, con la diffusione dei prati fioriti e di recente con l’introduzione dei “nidi per insetti”. In Germania ne ho visti molti inseriti in contesti anche urbani grazie a speciali gabbie protettive che li rendono sicuri per i cittadini.
Con AIPV (Associazione Italiana Professionisti del Verde) della quale sono referente per la Regione Lombardia stiamo facendo molto per sostenere una gestione del verde sempre più rispettosa dell’ambiente ma senza rinunciare alla produttività. Nel prossimo futuro il giardiniere certificato farà la differenza grazie ad una adeguata preparazione professionale e all’aggiornamento costante.
Di fatto anche i CAM (Criteri Ambientali Minimi) stanno contribuendo a un miglioramento, anche se ci sono alcune incongruenze e difficoltà applicative da superare. In alcune gare di appalto, ad esempio, si chiede di rispettare i criteri di sostenibilità premiando al tempo stesso il maggior numero di sfalci dell’erba. Occorre trovare un equilibrio a seconda del contesto, fornendo la più adeguata interpretazione delle norme e dei regolamenti per conciliare la sostenibilità con le attese del committente. Anche questa è una forma di sinergia.”
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